Il calabrone (Vespa crabro), detto anche aponale o cravunaro rosso, è il più grosso vespide europeo. Nel linguaggio comune con il termine “calabrone” vengono spesso erroneamente identificati anche l’ape legnaiola (Xylocopa violacea) e il bombo terrestre (Bombus terrestris).
Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti, non disdegna però la polpa della frutta e i nettari zuccherini, e ciò contribuisce a spiegare la sua diffusione in aree agricole.
I calabroni realizzano i loro nidi di carta utilizzando fibre vegetali impastate con saliva.
L’adulto è glabro, di colore bruno rossiccio con macchie e strisce gialle, di estensione variabile a seconda della sottospecie. La regina raggiunge normalmente i 35 mm di lunghezza mentre i maschi e le operaie misurano da 20 a 25 mm. I calabroni vivono in nidi esternamente a forma di sfera, costruiti con legno impastato con la loro saliva. Le colonie sono costituite da circa 100-300 esemplari. A causa del colore del capo, gli esemplari più grossi di regina possono essere confusi con la ben più aggressiva Vespa mandarinia japonica (calabrone gigante giapponese), che per fortuna per ora non è giunta in Europa, ma la vera confusione si verifica con le versioni chiare di Vespa Velutina, specie presente in Europa da diversi anni e in Italia dal 2012 (peraltro soprattutto nella variante Nigrithorax più scura) in corso di eradicazione da Liguria e Piemonte mediante strumenti sofisticati.
Pur essendo un insetto prevalentemente diurno, il calabrone svolge anche attività parzialmente notturna se attirato dalle luci artificiali che ha imparato essere altrettanto gradite a varie sue prede, e lo si può trovare attivo anche in autunno inoltrato.
Nei confronti dell’uomo di solito è tendenzialmente indifferente (a differenza della vespa comune, per esempio, che spinta da curiosità può ronzare intorno, aumentando le possibilità di reazioni umane scomposte e di puntura) e cerca di sottrarsi con rapida fuga o nascondimento ai tentativi di abbattimento tuttavia, mentre si può sostare con relativa tranquillità vicino a un albero da frutta in presenza di calabroni, e anche coglierne quei frutti sui quali i medesimi non si siano posati, questi insetti possono diventare molto aggressivi se messi alle strette o in vicinanza del nido. Gli individui di genere femminile sono dotati di pungiglione, le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell’animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani e per giunta liberano feromoni che informano dell’attacco in corso gli eventuali altri calabroni in zona, talvolta provocandone l’intervento in gruppo. Come nel caso delle altre vespe e delle api, il veleno inoculato ha effetti solo locali e transitori per la maggior parte delle persone, ma può provocare nei soggetti allergici reazioni anafilattiche anche mortali.
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